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Cina: tartarughe vive nei portachiavi

No. Non sono le tartarughe ninja dei cartoni animati. Sono proprio povere piccole tartarughe rinchiuse in sacchetti di plastica sigillati con tanto di acqua colorata. E non sono le uniche malcapitate. Salamandre, pesci e lucertole rinchiuse in un micro habitat di 7 cm nel quale, a detta dei venditori, sarebbero capace di vivere per alcuni mesi dato che nell’acqua colorata sono presenti nutrimenti.

Gira nel Web un video nel quale un venditore di strada, con molta nonchalance sfoggia questi portachiavi “vivi”.  Il fatto è a dir poco raccapricciante, soprattutto se si pensa che è un’azione del tutto illegale in Cina. Per strada o nei pressi delle fermate metro, questo piccolo oggetto sta diventando, purtroppo, di moda.

Nel Web e non solo, si è subito scatenato il disdegno. Gli animalisti non concepiscono, giustamente, il trattamento disumano. Qin Xiaona, direttore della Ngo, l’Associazione del Welfare degli animali, ha dichiarato al Global Times: “Mettere un essere vivo dentro uno spazio sigillato e delimitato per profitto è immorale e puro abuso sugli animali”. Eppure, c’è chi dice “appeso nel mio ufficio è così carino e porta fortuna”. Una donna intervistata dal Times, invece, ha confidato: “Ne ho comprato uno per liberarlo. Mi ha fatto pena”.

Tenere gli animali segregati per bellezza o perché portano fortuna è un gesto che mostra fin dove la mente umana riesce ad arrivare. Xiaona, prontamente afferma che se nessuno compra questi ‘oggetti’, il mercato non avrà seguito. Il problema è che qualcuno che approverà questa idea ci sarà sempre.

E proprio a queste persone, senza sensibilità e morale, farei loro la stessa cosa. Un uomo in provetta, impacchettato in acqua colorata, magari fucsia, da vendere al più folle acquirente. Eppure, sfido chiunque a dire che non ci sarebbe alcun cliente.

Sara Stefanini

Un libro a quattro zampe: Io, Claudia e Plük di Maria Grazia Crozzoli

NON HAI VOGLIA DI LEGGERE? LO LEGGO IO AL POSTO TUO! CLICCA QUI: “Io, Claudia e Pluk” di Maria Grazia Crozzoli

 

«Gli animali non solo provano affetto, ma desiderano essere amati.» Charles Robert Darwin

Affetto e dedizione verso gli animali e, soprattutto verso i cani, è quello che si percepisce nel libro Io, Claudia e Plük di Maria Grazia Crozzoli. Non si tratta di un romanzo ma di una vera e propria autobiografia, nella quale la protagonista indiscussa è Pelo (in copertina). Plük, in dialetto piemontese, era una femmina di boxer tigrato che ha portato allegria e serenità nella casa dell’autrice e della sua compagna. Narra uno spaccato di dieci anni di convivenza tra Pelo, Grazia e Claudia, un fantastico trio che aumentò dopo la gravidanza della boxerina. In realtà, la loro casa era sempre molto popolata, dato che spesso alloggiavano comodamente cani trovati, dispersi o di amici.

Particolari e divertenti sono, a tratti, le risposte e le affermazioni che i cani danno alle padrone con lo sguardo, sotto interpretazione della scrittrice. Io, Claudia e Plük, non è solo un manifesto di rispetto e empatia nei confronti dei cani ma può essere letto anche come un vero e proprio manuale di comportamento, senza avere la presunzione di esserlo. Si possono infatti, carpire suggerimenti su come accudire e prendersi cura di un animale a quattro zampe.

Una famiglia fuori dal comune a dimostrazione del fatto che dove c’è amore, c’è famiglia. Vengono raccontati aneddoti, attimi passati, momenti di gioia e di dolore delineando quello che, alla fine, è il percorso di vita di ciascuno. Questo, è un libro, consigliato a tutti coloro che hanno un animale a quattro zampe e non solo. Anche chi ha timore dei cani: Maria Grazia Crozzoli da piccola ne aveva una paura tremenda a causa di un incidente vissuto in prima persona. Dedicato a tutti gli amanti dei cani e degli animali e nulla toglie che, dopo aver letto il libro, vi venga voglia di comprarvi un cane, dato che, come asserì Schopenhauer: «Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato».

Sara Stefanini