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Post Malagrotta: su Youtube Alemanno dice no a Corcolle

Il Ministro Corrado Clini ha proposto Monte Carnevale, vicino Malagrotta, il Prefetto Giovanni Pecoraro s’impunta su Corcolle. Alemanno è andato a visitare Corcolle: “Qui, niente discarica provvisoria”.

Lo ha dichiarato ufficialmente sul suo canale Youtube proprio oggi. Sotto invito del Presidente dell’VIII Municipio Massimiliano Lorenzotti, dei Presidenti di Commissione del Consiglio Comunale Marco Di Cosimo e Giorgio Masino e del Presidente del Comitato di Quartiere Saltini, Gianni Alemanno è andato a Corcolle, nell’estrema periferia est di Roma, per fare un sopralluogo.

Sin dal principio, il Sindaco Alemanno si è espresso negativamente sia a Corcolle, sia a Monte Carnevale perché troppo vicino a Malagrotta. Chiede un nuovo studio approfondito per trovare nuove proposte. Nel video continua: «La discarica in questa zona non si può e non si deve fare perché l’Acea raccoglie acque importanti per la nostra città, passa l’Acquedotto dell’Acqua Marcia. Qui c’è un sito dell’Unesco, cioè Villa Adriana, che deve essere rispettato».

Ma su questo sito, la divisione fra partiti non conta. Infatti anche il Pd, e più precisamente il Capogruppo al Campidoglio, Umberto Marroni, è d’accordo con il Sindaco: «Ribadendo la nostra disponibilità a valutare insieme altre soluzioni come ad esempio Pian dell’Olmo – aggiunge -ci uniamo quindi all’appello affinché si accantoni definitivamente l’ipotesi di Corcolle. A questo punto dopo il pronunciamento del primo cittadino sarebbe opportuno votare già domani le mozioni presentate da maggioranza ed opposizione proprio per rafforzare ulteriormente il no di Roma alla discarica vicina a Villa Adriana».

E a bacchettare la scelta di Pecoraro, è anche l’Ue, nell’appuntamento a Bruxelles di qualche giorno fa, chiesto dai Comitati “Uniti contro le discariche”. Il Prefetto si difende: « E’ per la straordinarietà della questione che sono stato nominato. Io non sono un tecnico, ma ho cercato di fare sempre il bene dei cittadini e dei territori. E’ il commissario che decide e io ho già presentato tutto alla presidenza del Consiglio, e su Pian dell’Olmo ci sono dei problemi: prima di tutto bisogna fare ancora degli studi per verificare le falde, in secondo luogo va sbancata e terzo bisogna fare una strada. Se vogliamo perdere ancora tempo scegliamo Pian dell’Olmo». Ad ogni modo, la questione rimane aperta e in fase di continuo aggiornamento.

Sara Stefanini

Guarda il video di Gianni Alemanno:

 

Brasile: è arrivata la “ricicletta”, la prima bici che nasce dai rifiuti

Il progetto “Muzzicycles” è di Juan Muzzi, l’inventore uruguaiano, che ha sviluppato un metodo intelligente per produrre biciclette grazie al riutilizzo della plastica. Ha dimostrato di saper creare una bicicletta con poco più di 100 bottiglie in PET. La bici, oltre che ecologica è anche economica, è in vendita a 140 dollari, prezzo che copre solo i costi di produzione.

Inizialmente, nessuno voleva dare credito al progetto, anzi, lo ritenevano non idoneo per un paese come il Brasile, e gli dissero che sarebbe stato meglio se avesse chiesto finanziamenti in Germania o negli Stati Uniti. Alla fine, il Banco Uruguaiano gli dà credito e Muzzi inizia la produzione in serie nella sua fabbrica a São Paulo.

Le ecobici hanno un design minimal, essenziale, senza saldature né vernici. L’intento di Muzzi è quello di venderle a tutti, e vuole raggiungere chi si trova sulla soglia della povertà. Ma i progetti dell’uruguaiano non si fermano qui: ha intenzione di realizzare bici sempre più leggere ed economiche.

Nel suo verde ed ecologico sito, è possibile verificare in tempo reale la quantità effettiva di bottiglie di plastica tolte dalla discarica 15.840.600, e utilizzate per la creazione di 132mila biciclette con i rispettivi 2.738.227 kg di Co2 risparmiati. Ecologico, trasparente, economico. È un serio progetto per migliorare la situazione ambientale del pianeta ed il signor Muzzi ci ha messo la firma per impegnarsi a far sempre di più.

Sara Stefanini

Guarda come nasce una “ricicletta”:

Roma e i rifiuti: dopo Malagrotta che fine faranno? Entro giugno la ‘location’ definitiva

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Nei pressi dell’Aurelia, nella zona ovest fuori Roma, nel XVI Municipio, ecco Malagrotta, la più grande discarica d’Europa. 240 ettari, tra le 4500 e le 5000 tonn

ellate di rifiuti scaricati ogni giorno, 330 tonnellate di fanghi e scarti di discarica prodotti ogni anno. Tutto di proprietà dell’imprenditore Manlio Cerroni. La discarica accoglie più del 90% dei rifiuti, benché ci siano altri due impianti di smaltimento: a Bracciano e a Guidonia. Ma nel 2004, Malagrotta è arrivata alla saturazione. Problema risolto dal Comune semplicemente allargando la discarica. Doveva chiudere nel 2007 a seguito delle normative europee ma è stata prorogata al 2008 dal governo e Marrazzo e, ad oggi, la situazione è ancora in stallo.

Sono anni che si parla di Malagrotta, della sua chiusura e del luogo sostitutivo. Niente da fare. Ancora non si riesce a scegliere un luogo, peggio di giocare a Risiko. Era il 26 ottobre il precedente articolo di aggiornamento sulla situazione. E da allora nessuna novità tranne chiacchiere e temporeggiamenti.

Il 30 aprile è la scadenza ultima per la scelta del sito provvisorio, successore di Malagrotta. Ad assicurarlo è il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. La ‘location’ definitiva tanto agognata e così combattuta dovrà segnalarla la Regione Lazio entro fine giugno. È contenta Renata Polverini per la considerazione data al Lazio e alla Capitale a seguito dell’incontro tra Clini e il Premier bocconiano Monti, nel quale si è deciso di puntare sulla raccolta differenziata. L’auspicio è di arrivare al 50% di recupero entro il 2014. La discarica dovrà servire solo per la gestione residuale. Il Sindaco Alemanno, di risposta, dichiara che se la differenziata dovrà superare il 35% allora sarà indispensabile un aiuto del governo.

Sara Stefanini