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Gli occhiali del futuro firmati Olympus, ecco il rivale dei Google Glasses

Olympus, la casa produttrice giapponese non poteva di certo lasciare sola Google con i suoi occhiali del futuro. Ed ecco i Meg 4.0, gli occhialo che usano il bluetooth per connettersi al web tramite smartphone e visualizzare, così, sulla lente le informazioni necessarie. Ci sono voluti sette anni di duro lavoro, ma alla fine eccoli qui.


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Ormai sono futuro prossimo. Display QVGA, risoluzione 320×240 pixel e accelerometro in 30 grammi di peso, batteria inclusa con un’autonomia di ben 8 ore. Niente male, no?

Multa di 22,5 milioni di dollari in arrivo per Google. Tutta colpa dei cookie

Google di nuovo sotto i reflettori. Ma questa volta non per una tecnologia d’avanguardia. La multinazionale del web si trova in una situazione imbarazzante. Potrebbe pagare 22,5 milioni di dollari di multa. Questa la sanzione più alta mai data dalla Federal Trade Commission.

Il motore di ricerca Google è stato accusato di aver eluso le disposizioni sulla privacy nei confronti dei clienti che usano Safari della Apple. Praticamente una grande fetta di utenti internet considerando che il browser è istallato su pc, notebook e smartphone tra cui gli iPhone. La vicenda risale a febbraio quando il Wall Street Journal aveva denunciato la notizia di “cookie” nascosti in Safari in grado di controllare gli utenti. Questi piccoli file di registro, davano il contentino ai cybernauti rendendo più veloce la navigazione, ma in realtà servivano per spiarli a fini pubblicitari e per monitorare la concorrenza, stando ad una prima indagine dell’FTC.

Dopo le accuse mosse dal Wall Street Journal, Google ha immediatamente disattivato il sistema di stringhe di codice grazie alle quali inserzionisti pubblicitari rilevano le abitudini di navigazione online degli utenti per distribuire annunci per così dire, personalizzati. Ma ha respinto le accuse dicendo che il giornale aveva equivocato perché il sistema veniva attivato dopo il consenso degli utenti che avevano accettato il cookie, oltretutto, ad adottare questa pratica, non è solo Google ma anche altre società pubblicitarie online.

Ma secondo Google, il monitoraggio è stato inavvertito e non ha provocato danno ai consumatori. Fatto sta che è sotto indagine persino da parte dell’Unione Europea che vuole vedere se il motore di ricerca ha rispettato o meno le sue regole sulla privacy. E l’Europa ha regole ben più severe dell’America riguardo il trattamento dei dati personali. Una notizia da non prendere sotto gamba, insomma. Eppure da Mountain View arriva la risposta: la cifra della multa equivarrebbe a appena cinque ore di lavoro. Spicci, insomma. Intanto, Google avrebbe rimosso dai suoi siti il meccanismo che monitorava i cookie di Safari.

Da ricordare che questi tipi di “problemi” Google li aveva già avuti con l’antenato di Google Plus, Google Buzz che ora non esiste più. Ci fu un accordo con la FTC secondo il quale il motore di ricerca si impegnava nei prossimi 20 anni ad essere il più trasparente possibile.

«La FTC  si è focalizzata su una pagina del centro assistenza pubblicata oltre due anni prima della nostra composizione amichevole e un anno prima che Apple cambiasse la sua politica per la gestione dei cookies. Ora abbiamo cambiato la pagina e rimosso dal browser di Apple i cookies pubblicitari, che non hanno raccolto alcuna informazione personale», dicono da casa Google. Ma l’ultima parola spetta proprio alla Federal Trade Commission.

Sara Stefanini

 

 

Altro che Matrix, ci pensa Google agli occhiali del futuro

Fra due anni non sarà più fantascienza. Matrix sarà parte della nostra quotidianità. Ecco gli occhiali che registrano tutto quello che vedono. Saranno in commercio dal 2014, ma un’équipe di sperimentatori si sono già prenotati per il test. 1500 dollari e consegna prevista per il 2013.

Sergey Brin, cofondatore di Google con il prototipo di occhiali

“Realtà aumentata”, è il termine che si usa quando il virtuale si sposa con il reale. Dopo la macchina che si guida da sola, Google se ne inventa un’altra delle sue per tener testa ai leader mondiali della tecnologia e dell’informatica come Apple e Facebook. Il “Project Glass” darà concretezza ai sogni del futuro. Esistono già i prototipi in fase di perfezionamento e sarebbero in grado di registrare quello che si vede e si sente. E non finisce qui. Questo occhiale futuristico svolgerà tutte le normali funzioni di uno smartphone gestite da comandi vocali. Dal touch screen al visual screen, intuitivo, naturale ed efficiente. Gli occhiali solitamente li porta chi non vede bene la realtà che lo circonda. Adesso servono per vedere il futuro. Da homo sapiens sapiens a uomo bionico? Solo il tempo potrà stabilire fino a che punto questa realtà aumentata prenderà piede.

Veri e propri computer da indossare che saranno sul mercato ad un prezzo abbordabile “ma pur sempre da prodotto premium”, puntualizza il cofondatore Sergey Brin. Da non dimenticare l’ambizione dello stesso Brin “vorrei poter impiantare un microchip con tutta la conoscenza del mondo direttamente nel cervello”.

Leggere mail, partecipare a convegni senza essere presenti, vedere o realizzare foto e video, navigare in internet e tradurre frasi. Tutto con un “semplicissimo” occhiale intelligente. Parola d’ordine: simultaneità. Potrebbe cambiare la realtà e si ritornerebbe all’importanza centrale dell’immagine, come nella preistoria, anche se in modo diverso.

Pensiamo al settore turistico. Potrebbe essere utilizzato in maniera molto funzionale come guida interattiva. Nel commercio e nella pubblicità, camminando, potrebbero apparire pop-up nello schermo che suggeriscono hotel, ristoranti o prodotti. E poi chi lo sa, la mente umana, in fondo, è fervida e creativa.

Sara Stefanini