Apocalypse now?

NON HAI VOGLIA DI LEGGERE? LO LEGGO IO AL POSTO TUO! CLICCA QUI: Apocalypse now?

 

Sto riflettendo da parecchio tempo. E la domanda che mi faccio spesso è: dove andremo a finire?
Se ci fate caso, ultimamente sta succedendo di tutto. Negli ultimi 10-11 anni nel mondo ci sono stati numerosi terremoti, uragani, guerre, guerriglie, attacchi terroristici, riarmo nucleare, caldo afoso, le stagioni che non sono più scandite ma sempre più ritardatarie nel loro manifestarsi, lotte politiche e governi fatiscenti, insomma l’elenco potrebbe continuare ancora. Sono morti personaggi che, nel bene o nel male, segnano e hanno segnato la nostra storia, personaggi come Michael Jackson, Amy Winehouse, Osama Bin Laden, Saddam Hussein e perché no anche i nostrani Mike Bongiorno e Raimondo Vianello. E che dire dei migliaia di soldati morti ingiustamente, in questa ingiusta guerra?


Nel nostro Bel Paese, ne sono successe di tutti i colori. Nella mia mente una foto, un flash dell’Italia ora: semi-disperata, senza lavoro manifesta incessante, studenti scontenti che evadono all’estero, un governo che barcolla e fa acqua da tutte le parti, l’economia che non gira, terremoti, nubifragi…ma che cosa ci sta succedendo?
E penso alla Capitale, alla mia amata Roma. Pochi giorni fa, mi trovavo senza volerlo in pieno corteo di manifestanti. In un autobus bloccato. Mi sono sentita un qualcosa, avevo lo stomaco pieno di vuoto. Mi guardavo intorno e vedevo gente segnata dalla stanchezza. Stanca di sopportare, stanca di lavorare anche per figli che non trovano lavoro, stanca di vedere Roma messa K.O. e stanca di non essere ascoltata. Per un attimo mi sono sentita persa, ogni cosa non aveva più senso. Per quale motivo sto studiando io, se poi c’è gente che non arriva alla fine del mese?
Manifestano studenti, precari, sindacati, dipendenti Atac, tassisti, stagisti, giornalisti…tutti. Le richieste stanno diventando troppe, perché per troppo tempo il governo non ha guardato più in là del suo naso. Ma i nodi vengono al pettine, sempre. E chi ci rimette in tutto ciò? Indovinate!
Che ne sarà di noi giovani? I nostri genitori sono costretti ad andare in pensione a 65-67 anni, ma noi avremo mai una pensione? Questo articolo è di pura riflessione. Un invito a non buttarsi giù, anzi, di lottare per ciò che si vuole e di continuare a credere in se stessi e nel proprio paese. Il mio motto è “se vuoi, puoi”. Bene, questo deve diventare il leitmotiv della futura ripresa dell’Italia. Prendiamo in mano le redini del nostro paese, facciamoci valere.

Sara Stefanini

Lascia un commento