Politica, economia: la mafia è ovunque
Antimafia, Grasso: «Nord e sud sono uguali»

LA MAFIA. “In Italia ormai la democrazia è in svendita, bisogna vietare ai politici di gestire affari”. Lo afferma il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. “La criminalità è infiltrata ovunque. Commerciare voti a 5O euro come in Lombardia offende la libertà dei cittadini”, dice Grasso. Spiega il procuratore antimafia che “oggi non c’è più distinzione tra nord e sud, tutta Italia è diventata questione di infiltrazioni nell’economia, nella politica e nella pubblica amministrazione. Oggi c’è un’altra distinzione: l’Italia dei tartassati e l’Italia di quelli che vengono chiamati furbi, ma vanno chiamati come dice Monti e cioè corrotti, corruttori, evasori”. Grasso suggerisce anche una ‘cura’: “farei una norma molto semplice: chi è in politica non può entrare in affari di qualsiasi genere. Bisognerebbe creare una anagrafe, accessibile a tutti, per i politici e per i pubblici funzionari, per gli amministratori. Chiunque potrebbe controllare se ci sono arricchimenti ingiustificati”.
Nelle tre principali regioni meridionali il numero di amministrazioni sciolte supera abbondantemente il 10% del totale e in Campania quasi un cittadino su tre abita in un Comune ufficialmente “mafioso”. Allegria! Questa purtroppo è una realtà che tutti ben conoscono e che è ormai accettata come “normale”: la parte bassa dello stivale è controllata dalle organizzazioni criminali e la loro influenza sta risalendo la penisola.

É significativo il dato che riguarda Piemonte e Liguria, in cui ci sono rispettivamente due Comuni (con l’ultima infornata) che sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa. A questi potrebbe aggiungersi prima o poi anche il comune lombardo di Desio. Quelli interessati si trovano in provincia di Torino e di Imperia, due delle zone a più alta immigrazione meridionale: è un pensiero malizioso ma è se non altro statisticamente inoppugnabile. Tutto questo ci consente alcune considerazioni.
La criminalità organizzata è una invenzione meridionale. La criminalità organizzata è stata “sdoganata” dal Risorgimento, quando si è sollecitata la sua alleanza per combattere e cacciare la dinastia borbonica: tutta la vicenda garibaldina al Sud è una storia di connivenza, collaborazione e vergognosa collusione con le peggiori strutture criminali recuperate in nome degli ideali patriottici. Gli afflati tricolori delle organizzazioni malavitose sono stati utilizzati da Garibaldi, da Crispi, dagli americani nel 1943 e dall’Italia per combattere il separatismo. La criminalità organizzata è stata lentamente esportata a Nord grazie allo Stato italiano, alla invenzione demenziale del domicilio coatto di malavitosi meridionali in Padania, e grazie alla massiccia immigrazione di milioni persone: in mezzo a tanta gente per bene si è infilata una massa cospicua di delinquenti e di “commessi viaggiatori” di mafia, camorra, ‘ndrangheta e di altri prodotti del genere. Per questo non si può accettare che un Saviano ci venga a fare la predica: le mafie arrivano dal suo paese, sono prodotti che qui vengono solo subiti, è “roba loro”. Come dimostrano anche recenti sospetti gettati sulla sua famiglia. La criminalità organizzata si è modernizzata, guazza a suo piacere nel pantano finanziario. Si rafforza mettendosi in società con le mafie straniere, attingendo a piene mani nella mano d’opera foresta, nella massa di sciagurati che invade i nostri paesi. La criminalità beneficia dell’immigrazione e per questo la favorisce.

Che fare? La risposta è sempre, inevitabilmente e inesorabilmente, la stessa. Solo con l’indipendenza dall’Italia, le comunità padane possono combattere adeguatamente la criminalità mafiosa. Solo disponendo di proprie leggi, di poliziotti e magistrati di casa propria, si può arginare e debellare il fenomeno. Non è una barra di confine in più che può fermare la criminalità, ma tutto quello che un confine comporta in termini di normative, di strumenti, di capacità di governo, ma anche di moralità e mentalità.

Lombardia. ”Non intendo ritirarmi a vita privata nell’immediato né in futuro”. Lo ha detto Roberto  Formigoni che in un incontro con la stampa ha ribadito che non si ricandiderà presidente della Regione Lombardia, ma ”nell’immediato mi batterò” in campagna elettorale.
Campania. Tra le somme rimborsate a consiglieri regionali della Campania figurano, in qualche caso, anche i soldi per le sigarette. È quanto emerso dai primi accertamenti della Guardia di Finanza sui fondi messi a disposizione dei gruppi regionali nell’ambito dell’inchiesta del pm Giancarlo Novelli sul presunto uso illecito del denaro pubblico.

Diego Cimara

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