Leopardi shock. Ascoltare e capire Leopardi al giorno d’oggi

Giacomo LeopardiLeopardi, al giorno d’oggi/si innamorerebbe di una trans: represso da una omosessualità latente./ Leopardi avrebbe dato tutti i Canti e le Operette morali pur di avere un c. come quello di un bagnino./ Leopardi, al giorno d’oggi,/da solo e sconsolato, /mangerebbe da McDonald’s.
Potrebbe questo essere il riassunto in poesia dell’ultimo recital di Lorena Senestro del Teatro della Caduta (Torino) presentato di recente dal MAT SpazioTeatro di Sezze (LT), nell’ambito della rassegna OperaMat 2014-15 gestita da Titta Ceccano e Julia Borretti, autentici cacciatori del vero “teatro off” nazionale.
In tempi in cui la figura del poeta recanatese si offre a speculazioni cinematografiche, giunge inaspettato e sorprendente questo monologo della bravissima Lorena Senestro, che aveva già intrapreso di recente un analogo lavoro sulla Madama Bovary, anche questo da non perdere. Un monologo dicevo, della durata di circa quarantacinque minuti, una sorta di preghiera disperata, quasi tutta al femminile, dove la Senestro si muove tra voci, suoni, percezioni, allucinazioni. La monologhista è una libellula che svolazza malignamente e dolcemente attraverso le opere leopardiane. Indossa maschere per gettarle a terra, e calpestarle, prendendosi giuoco di una ipocrisia che Leopardi è bravo a celare sotto veli lunari. Vengono fuori dirompenti tutte le debolezze del poeta sottoforma di gnomiche morfologie fanciullesche. Quasi pettegolezzi, quasi invettive. Leopardi parla dalla sua tormentata oltretomba, attraverso le voci interpretate dalla Senestro, personaggi caldi e acerbi, vestiti eleganti di una femminilità disarmante. Gli orrori quotidiani del tormentato poeta marchigiano sono frutti insipidi, perennemente fuori stagione, in un eccitante alternarsi di offese, compassioni e crudeltà. Si invocano Barbarelle perdute nel bosco e Belzebù notturni, Sodome e Gomorre più o meno vissute, dame, dive e divine parassite.
LEOPARDI SHOCK è in definitiva un monologo ultracristiano, un revival sepolcrale che turba con l’ironia di un party di tristissime madame. Come diceva Allen Ginsberg: spalancate le porte, anzi, sradicate anche le porte dai cardini! Tutto questo per dare un semplice messaggio, che a dir si voglia leopardianamente pessimistico: bisogna tornare ai mezzi antichi per assaggiare il vero succo della vita.
PS: Consiglio vivamente agli appassionati del miglior teatro di controllare il sito www.teatrodellacaduta.org così da cerchiare in rosso le prossime date di LEOPARDI SHOCK.

Ignazio Gori

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