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Premiati 10 dipendenti modello Atac, ma quando premiano i cittadini pazienti?

Il premio è stato consegnato dal sindaco Gianni Alemanno insieme all’assessore per la Mobilità Antonello Aurigemma e l’amministrat0re delegato dell’Atac Carlo Tosti.

Dieci sono stati i dipendenti: gli autisti Claudio Tatananni, Franco Colangeli, Giovanni Pagnano, Giuliano Di Rado, Fabio Rota Basoni, , l’impiegata Francesca Inglese, il capolinea Luigi Calderari, l’operatore Nunzio Petroni e gli operai Daniele Pozzoni e Carlo Amantini. Il premio? Una settimana pagata in un hotel di Roccaraso o 15 giorni nello stabilimento Dopo Lavoro di Atac a Ostia.

Tra le azioni di elogio c’è il salvataggio di un’anziana signora colta da un malore, du una donna dal suicidio, la difesa di madre e figlia da un’aggressione razzista. Non è un evento di facciata, spiega il presidente di Atac Francesco Carbonetti, ma un gesto significativo di trasparenza per una sempre più viva meritocrazia.

Nulla da obiettare ai dieci vincitori che hanno senza dubbio compiuto gesta onerose. Ma quando premieranno la pazienza, l’impegno dei pendolari e le condizioni in cui viaggiano i cittadini ogni giorno? Basterebbe venissero premiati anche solo con l’efficienza, che dovrebbe, tra l’altro, essere prerogativa principale di una società per azioni di trasporti che si rispetti. Soprattutto in una città metropolitana come Roma.

Sara Stefanini

Atac: da venerdì scatta l’aumento. Rimangono poche le agevolazioni per i giovani

Dal 25 maggio, si acquisteranno i biglietti a 1,50€ ma fino al 31 luglio è possibile viaggiare con i vecchi ticket.

Il costo dei biglietti aumenta e, a mò di contentino, aumentano anche i minuti a disposizione per l’utilizzo: da 75 a 100 minuti. Che conquista. Per chi ha da parte molti bit, dal 1 luglio al 31 ottobre, sarà possibile cambiare i ticket con quelli nuovi pagando la differenza.

Un’altra novità riguarda gli abbonamenti mensili. Si dividono in personali ed impersonali. Il mensile “personale” costa 35€ ed è nominativo, mentre quello “impersonale” costa 46€ e può essere utilizzato alternativamente da persone diverse. “Ideale” per familiari o gruppi di amici che prendono “alternativamente” i mezzi. Si ricorda che non esistono agevolazioni per giovani o over65 sull’abbonamento mensile. Un lieve aiuto è indirizzato ai disoccupati residenti a Roma, iscritti alle liste di collocamento da oltre 2 anni, e con un reddito ISEE inferiore a 20mila euro.

L’abbonamento annuale consta di diverse distinzioni. Quello ordinario (250€) è a titolo personale ed è valido per 365 giorni dal momento della convalida. Per i giovani la situazione è complicata. Si ha diritto ad una riduzione “a scaglioni”. E’ disponibile per i giovani fino a 20 anni e per gli studenti fino a 26 anni residenti a Roma o non residenti ma con borse di studio o esenzione dalle tasse universitarie. Ma non è finita qui. Le prerogative precendenti non bastano se non si ha un reddito inferiore a 20.000,00€. Con un reddito fino a 10mila, l’annuale costerà 130 euro, fino a 15mila, costerà 140€ e l’ultimo scaglione fino a 20mila euro permetterà di acquistare l’abbonamento a 150€. Chi ha un reddito superiore, anche se ha tra gli 0 ed i 26 anni, pagherà 250 euro. Però, un bambino fino a 10 anni se accompagnato da un adulto, viaggia gratis. Per gli over65, la questione del reddito a scaglioni è la stessa. L’annuale lo pagheranno tra i 150 ed i 130 euro. Ci si aspettava di meglio, ma non ci sono state molte rivolte o risposte su questo argomento. Ci si aspetta un servizio migliore, adesso che l’Atac ha aumentato i prezzi. Ma osservando lo snodo della metro alla stazione Termini si può capire tanto su quello che sarà il futuro. Stanno mettendo pannelli costosi e nuovi di zecca sopra mura marce e luride, come se stessero tappando il lerciume metropolitano con pareti “spaziali”.
Per qualsiasi altra informazione consultare questo utile documento fornito dall’Atac.

Sara Stefanini

 

 

Free press: il futuro della stampa gratuita

Tra chiusure e innovazioni al festival del giornalismo di Perugia si è discusso del presente e del futuro della stampa gratuita.

Ogni mattina più di un milione e mezzo di italiani afferrano una copia di un giornale free press la cui formula si basa su due elementi semplici ma efficaci: il formato è snello e maneggevole al fine di renderlo leggibile anche in posizioni scomode, proprio come accade in metro o in bus; il giornale è fatto per essere letto giusto quei 20 minuti circa che si impiegano per arrivare a destinazione.


L’idea di un giornale completamente gratuito, finanziato interamente da introiti pubblicitari, arriva come una bomba nel panorama editoriale italiano nel luglio del 2000: Metro esce per la prima volta a Roma distribuito fuori dalle stazioni ferroviarie e metropolitane. Da quel momento è stato un crescendo con la nascita di altre testate quali Leggo e Dnews.

La crisi ha colpito anche la free press. La chiusura di City ed Epolis dimostrano come il futuro rimanga incerto. Mikael Jensen, fondatore di Metro, è invece ottimista: il suo giornale, lanciato più di vent’anni fa, conta ogni giorno 17 milioni di lettori ed è pubblicato in 4 continenti, 22 paesi e 100 città: «Nonostante i lettori cerchino di soddisfare la loro sete d’informazione attraverso i nuovi strumenti offerti dalla telefonia mobile e internet, bisogna fare di tutto e devi essere sicuro che esistano un certo numero di lettori che, pur tuttavia, continuano a dedicare 15-20 minuti del loro tempo alla lettura dei free press. Il fatto che siano gratuiti non implica la mancanza di qualità, la free press può essere una palestra di buon giornalismo».

Il gruppo Metro è in controtendenza: il free press più diffuso al mondo è stato lanciato lo scorso anno in Perù, Colombia e Guatemala. Prossima sfida la Cina.

Alessandro Filippelli