Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

La solitaria Juve. La Juventus guarda tutti dall’alto, in queste prime portate di Serie A. Più del fresco percorso che ha alle spalle, pesa la linea di navigazione, la capacità di continuare a tenere questa rotta. Nel frattempo, i bianconeri trovano il loro top-player. Lo tenevano sepolto tra la polvere della panchina a Fabio Quagliarella che in pochi giorni ha segnato tre importantissimi gol, soffiando il posto a Giovinco. Il decadimento delle milanesi ha dirottato verso ovest e sta spostando più a sud il baricentro del campionato.

Le frenate di Napoli e Lazio. Napoli e Lazio cominciano a essere realtà consolidate. La squadra di Mazzarri ha contorni più definiti. Il terzo posto conquistato nel 2011 e la Champions dell’anno scorso passaggi fondamentali nel processo di crescita. Gli azzurri giocano con meccanismi consolidati e un rendimento via via più costante, attorno ai Cavani e agli Hamsik. L’incognita, oggi, è data dal modo in cui Pandev o Insigne riusciranno a riempire il vuoto lasciato da Lavezzi, giocatore pesante nelle partite importanti. Hernanes e Klose sono insostituibili. Costituiscono il valore aggiunto ma non si può pensare che possano giocare al top più o meno ogni tre giorni, per tutto il campionato. Certo è che Borriello fa un bel regalo alla sua ex Juve. I bianconeri restano soli al comando senza fare molta fatica e insinuano il sospetto che d’ora in avanti possano uccidere il campionato.

Le milanesi al knock out. Su Milan e Inter ultimamente sta cadendo la maledizione di San Siro. Mai successo di infilare una striscia di 5 gare senza vittorie interne a inizio stagione. Quello che non va è l’Inter dove si punta ancora di trovare i giusti equilibri proponendo tre uomini d’attacco come Snejider, Cassano e Milito. Di Milito non si trovano tracce e i suoi compagni di viaggio si perdono a distanza. Fantanatonio scompare dopo un primo tempo niente male e Wesley non va oltre una serie di conclusioni dalla distanza. Ma il vero problema di Stramaccioni è quello di far funzionare il mondo che ruota intorno ai tre uomini d’attacco. Guarin trottorella imbambolato perdendo palloni su palloni. Gargano è piantato nel suo rettangolino di campo e Cambiasso resta a galla grazie all’esperienza. Dall’altra parte di Milano, sponda rossonera, il calvario di Allegri ancora deve finire. Il messaggio isterico lanciato in settimana dalla zuffa Allegri-Inzaghi è stato puntualmente raccolto: espulsi Boateng e Zapata. Eppure i primi dieci minuti del Milan sono una bella promessa. Si rivedono antiche voglie, la pretesa di tenere la palla e conquistarla alta. Ora Allegri alla luce degli indizi di Udine dovrà coltivare il tridente e il gioco largo, che potrà arricchirsi con Robinho, facendo arretrare in mediana Emanuelson, oltre alla spinta di Boateng.

Un presidente guerrafondaio. Il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, ha assegnato la vittoria 0-3 a tavolino alla Roma. Ma prima di oggi all’Is Arenas di Quarto Massimo Cellino, ieri, ha commesso il suo più clamoroso errore invitando i tifosi ad assistere a Cagliari-Roma, in spregio all’ordinanza della Prefettura che aveva disposto le porte chiuse allo stadio. Ora il Cagliari aspetterà la parziale apertura del terzo campo da gioco della Sardegna, Quartu Sant’Elena, per poter giocare di domenica col Pescara, ma ciò si deciderà solo mercoledì in riunione.

Marco Stiletti

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