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Storico Napolitano bis: più tempo per i partiti infranti
Rodotà: simbolo di libertà. Ora governo di scopo

napolitano-bisL’EDITORIALE DI DIEGO CIMARA. Ha detto sì. Dopo una mattinata di trattative e appelli dei partiti che gli hanno chiesto la  disponibilità a essere rieletto, ecco il Giorgio Napolitano bis che serve per rimanere aggrappati  alla sella di un cavallo imbizzarrito che scalcia da tutte le parti e che, presto o tardi, li costringerà a terra, rovinosamente. Se questa soluzione  dovesse trovare conferma, è verosimile che si spalancherebbero le porte per la formazione di un governo del Presidente, magari  guidato da Amato, con viceministri esponenti del Pd e del Pdl. Vogliono guadagnare tempo per ricomporre dei partiti dissolti, polverizzati, ormai tenuti insieme solo dalla sete di potere  finalizzata al mantenimento dello status quo, a vantaggio di pochi, e a scapito della collettività.  Decisivo l’incontro con i presidenti delle Regioni che gli hanno rivolto un accorato appello in nome della coesione nazionale. Napolitano sancisce definitivamente la fine della nostra democrazia così come l’abbiamo conosciuta dal dopoguerra fino ad oggi. Continua a leggere

Berlusconi con gli occhi chiusi in una teca: “Il sogno degli italiani” o sadismo?

In una linea di confine sottile fra sadismo e realtà, fra provocazione e oscenità, Antonio Garullo e Mario Ottocento, la prima coppia gay sposatasi a L’Aja nel 2002, hanno creato l’istallazione artistica inaugurata questa mattina a Roma, a Palazzo Ferrajoli. L'”opera” è intitolata “Il sogno degli italiani” e descrive macabramente la morte dell’ex premier Silvio Berlusconi. Adagiato su un tappeto di velluto come per i re o i papi, l’imperatore dei bunga bunga appare sognante ed ha in mano l’opuscolo “Una storia italiana” che inviò a milioni di famiglie durante una delle sue legislature. Con la sinistra si insinua nei pantaloni abbassati, gesto volto a ricordare le sue vicende “hot”. Al posto delle scarpe nere lucide, indossa un paio di pantofole di Topolino che, a detta dei creatori, indicano l’aspetto ludico e giullaresco del fondatore di Forza Italia.

Sembra un affronto, un atto di scempio gratuito, la collocazione dell’istallazione proprio a piazza Colonna, proprio di fronte a Palazzo Chigi. Per i più curiosi, l'”opera” è visitabile fino al 30 maggio e, assicurano Ottocento e Garullo, un invito verrà recapitato sicuramente allo stesso Berlusconi.
Oltre la location, anche il titolo è ben ponderato. Lo stesso Silvio soleva presentarsi al telefono con le sue amiche dicendo: «io sono il sogno degli italiani». Ed il materiale con il quale è realizzato il sosia del premier è gomma siliconica, forse a simboleggiare i suoi “ritocchini” e la sua plastica corruzione.

I due artisti hanno cominciato a lavorarci due anni fa, nel loro laboratorio a Latina. Si dice che l’arte distrugge ogni barriera, ma non si può chiamare arte l’esplicita incitazione alla morte. Anche se si tratta dell’uomo politico che ha tenuto le redini di un paese per un decennio e ne ha compromesso credibilità e sviluppo.

Sara Stefanini

Riflessioni di un giovane giornalista su Mario Monti

Mario Monti a tre metri di distanza da me. Pochi, o forse troppi. Dipende dai punti di vista. Mai avrei pensato, alla mia giovane età, di poter incontrare in uno studio televisivo, o in qualsiasi altro posto, il presidente del Consiglio. E’ accaduto ieri sera in occasione della trasmissione Piazza Pulita di Corrado Formigli, alla quale ero ospite tra il pubblico come giornalista praticante della Lumsa. Un giornalista praticante che per una volta si sente protagonista. Per una volta, in un’Italia di false speranze sul futuro, riesce ad emozionarsi e inorgoglirsi. Così tanto da non riuscire nemmeno a freddo, in questo racconto, a parlare di sé usando la prima persona. Perché con distacco, quello di rispetto ed umiltà che mi appartiene, mi sento così lontano dal mondo del giornalismo politico tanto da estraniarmene mentalmente. Non per paura, ma per incapacità emotiva di gestire l’impatto che si prova alla soglia di un mondo che fino adesso è esistito solo nei miei interminabili sogni. E mai nella realtà. Per una sera, però, ho smesso di sognare. Ho finalmente vissuto.

Qualche volta il mio sguardo si è incrociato con quello del presidente Monti. Ma non mi sono limitato a quello. Ho ascoltato con attenzione le sue parole. Ho osservato il suo modo di muoversi e quello di concentrarsi su alcuni appunti durante le pause pubblicitarie. E mi sono reso conto che Monti non è affatto un uomo politico. E’ piuttosto un uomo strappato dalla politica per estrema necessità del nostro Paese di rialzarsi da una crisi profonda. A testimonianza della sua umanità mi ha colpito il silenzio cercato e usato in risposta al conduttore televisivo sul tema delle prospettive lavorative per i giovani italiani. Una pausa. Durata circa dieci secondi. Ha messo a nudo tutte le debolezze del politico Mario Monti, che imbarazzato non si è nascosto dietro la retorica spesso usata da altri uomini di potere. Un silenzio dai mille significati, sul quale ho riflettuto a lungo giungendo alla conclusione che, nella vita di un giornalista, e in generale di un uomo, i silenzi possono fornire spunti di riflessione più di mille parole. Silenzio come rumorosa notizia.

Gianluca Natoli