I protagonisti del weekend sportivo:
Biaggi, Vettel, Samuel e Klose

Il povero Alonso sembra un condottiero mandato a morire nelle Crociate. Ha cominciato male la stagione a causa di una macchina non da fasti di una volta. Poi la ripresa e la sua bravura che lo portano in alto fino a quando la minaccia di Vettel, che insieme alla Red Bull sembrano tornati quelli dell’anno scorso, non può far perdere il primato all’asturiano. La giornata sportiva di ieri però è stata anche quella che ha visto la doppietta di Biaggi in superbike. Il duello tra Juventus e Napoli, ben rappresentato dai centrocampisti Marchisio e Hamsik, infiammerà tutti i tifosi alle 18 del 20 ottobre. Sotto di loro Klose, Samuel e Bradley fanno avanzare rispettivamente Lazio, Inter e Roma.

L’invincibile Vettel. A meno di un harakiri dei due duellanti, Alonso e Vettel se lo giocheranno in 5 gare e in 125 punti il titolo. Per restare davanti la Ferrari deve darsi una mossa già in qualifica, dove nelle ultime 5 gare Alonso non ha fatto meglio del quinto posto. Pole position, vittoria, giro più veloce: ha conquistato tutto, Sebastian Vettel. E in un colpo si ritrova a sole 4 lunghezze da Alonso nella classifica mondiale. Pronto a tentare il sorpasso nella gara di domenica prossima in Corea, dove la macchina promette altre innovazioni, a differenza della Ferrari che avrà soluzioni di routine. La Red Bull rinnovata ha rimesso le ali a Sebastian, che già sente il profumo del terzo titolo di fila. Quando parte in testa corre meglio di quando deve inseguire e quindi ha avuto vita facile ieri rallentando vistosamente nel finale. Un binomio così fa davvero paura.

Biaggi superstar. Qualche giorno fa Michael Schumacher ha annunciato con la morte nel cuore che il gioco era finito. Max, solo 18 mesi più giovane, si gode questa sensazione indescrivibile a cui certi Peter Pan dei motori non sanno proprio rinunciare. Un primatista in ogni senso, perchè nei 25 anni di Superbike, festeggiati ieri sera con una festa dal retrogusto amaro, un record così non si era mai visto. Max non sente l’età. Anzì la sfida ai ragazzini lo esalta. Un atleta vero, che fa della disciplina una religione. Allenamento, concentrazione e talento, gli hanno regalato 6 titoli, 4 250 e i due Superbike, quasi tutti italiani, con Aprilia, se si toglie il ’97 con la Honda, e lo rendono campione senza tempo.

Verso Juve-Napoli: Marchisio e Hamsik. Il gol del principino, Claudio Marchisio, fa ripetere una vecchia convinzione in casa Juve. La vecchia signora vince a centrocampo. Ieri apre Pirlo e chiude Marchisio. Il centrocampista è l’undicesimo bianconero ad andare a segno in questa stagione, ha portato a 12 gol il ricco bottino stagionale dei cinque là in mezzo. Anche il Napoli però ha un bel centrocampo. Il capitano di questo centrocampo e Marek Hamsik: lui motore e leader, genio e predatore d’area spietato. E’ lui a dare il cambio di rotta quando l’Udinese intensificava il gioco d’attacco. La Juve è avvisata allo Juventus Stadium tra quindici giorni non sarà facile contro questo Napoli.

Walter dieci e lode. Si chiama legge di Samuel, quant’è vero che il derby si chiama derby. Questa non è una statistica, questa è una certezza. Di più, una sentenza: dieci derby di campionato giocati da titolare e dieci derby vinti. E se non gioca lui, non vince l’Inter. Roba da tenerlo in frigo per settimane, se si potesse, pur di non farlo mancare quando si gioca contro il Milan.

Ispiratori e rifinitori: Bradley e Klose. Ci voleva l’America per rivelare le quote della Roma con Thomas Di Benedetto e James Pallotta e ora ci è voluto un centrocampista americano, Michael Bradley per far ripartire la società giallorossa. L’amercano riserva all’Atalanta parole affilate come lame e portando velocità al gioco, ma allo stesso tempo anche vere e proprie mine all’interno dello spogliatoio come quella di De Rossi per tutto il tempo del match in panchina. La Lazio, invece, ha sempre la stessa locomotiva: Miroslav Klose. Non si accontenta mai il tedesco. Il 3-0 di Pescara e la doppietta personale non gli bastano, perchè poteva fare altri gol. Evidentemente la doppietta non gli bastava per cancellare un digiuno durato quattro partite e per cancellare tutto il can can suscitato dal suo gesto del San Paolo.

Marco Stiletti

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