I protagonisti del weekend sportivo:
Lichtsteiner, Guarin, Cavani e Totti

Il weekend sportivo, appena trascorso, che è conciliato con il ritorno di Conte sulla panchina della Juventus, è stato come ritornare alle prime giornate. La sensazione l’ha data Lichtsteiner che alla prima giornata ha segnato con Carrera in panchina contro il Parma in casa. Alla prima giornata segnarono anche Cavani e Milito. Domenica sera entrambi si sono sfidati in un duello che è terminato in parità con un gol per parte. Nel nostro campionato è stata la giornata di Fredy Guarin che ha smosso in una serata tutto l’ambiente nerazzurro. Ancora a segno Paoloschi che con il cuore ce la sta mettendo tutta per salvare la sua squadra. Bergessio che con la sua doppietta fa sfatare il tabù vittorie al Catania fuori casa. E’ stato il weekend anche di Francesco Totti. Ennesima dimostrazione di quanto ci tenga a quella maglia giallorossa. Infine Weiss che perfeziona due assist per Abbruscato e Vukusic. Uscendo dal nostro campionato non si può non mensionare il nuovo re d’Europa, Leonel Messi. Negli altri sport cade di nuovo la Lube e ne approfitta Trentino in testa con +4 dai marchigiani. Nel basket esiste un’altra rivelazione che porta il nome di  Sassari.

Il re d’Europa. Undici mesi, 66 partite, 86 gol. Questo in cifre l’anno solare del calciatore Leo Messi. Che ha anche ricevuto la sua seconda Scarpa d’Oro, mentre l’uomo ha accolto con immensa gioia l’arrivo di Thiago, il suo primo figlio. Un altro enorme, ma sicuramente non l’ultimo. Per superare Gerd Muller, Leo ha fatto gol sempre: in ogni mese dell’anno meno a luglio, perchè tra l’11 giugno e il 14 agosto non ha giocato gare ufficiali. Ha aperto la sua straordinaria sequenza al Camp Nou e chiudendola al Benito Villamarin di Siviglia: via alla maratona il 4 gennaio al Camp Nou contro l’Osasuna, una gara di Coppa del Re che Leo non doveva giocare, sorpasso a Torpedo il 9 dicembre nello stadio del Betis dopo la Grande Paura del colpo al ginocchio rimediato 4 giorni prima contro il Benfica. Dalla paura del crack al record da crack, come chiamano i fenomeni qui in Spagna.

Novità sarde, Milano è in crisi. Neanche Romeo Sacchetti, l’allenatore di Banco Sardegna Sassari, si aspettava ad inizio stagione il secondo posto nella regular season alle spalle del Varese e di due punti sopra Siena. Merito di un gruppo affiatato e carico anche contro le fredde trasferte dell’Eurocup di metà settimana. In testa quindi ci sono Varese e Sassari, due outsider pericolose. Siena sta tornando però quella della scorsa stagione. Per Milano, invece, è notte fonda per le sei sconfitte nelle ultime sette giocate al Forum e perchè per il quarto anno consecutivo si chiuderà la regular season di Eurolega con un record negativo.

Cambio di padrone nel volley. La sconfitta della Lube a Cuneo fa si che nel campionato di lega A1 balza al comando Trento. La squadra di Stoychev ora è a +4 su Macerata e a +6 su Vibo e Cuneo. I marchigiani escono dall’incontro con Cuneo almeno con un punto tenendo a due lunghezze i piemontesi che con il bottino pieno poteva assaltare al meglio la seconda posizione. Nella bellissiam partita al Palabrebanca sono stati decisivi gli otto punti di Wijismans. Un altro socntro diretto ora attende Macerata. In casa la prossima settimana sfiderà la temibile Vibo Valentia. Obiettivo rialzarsi!

L’allievo e il maestro.  L’ultimo a entrare in campo e l’ultimo ad uscire, perchè la sua presenza in panchina andava celebrata con chi gli è stato vicino davvero: lo staff, i giocatori, i tifosi. Antonio Conte è tornato e l’ha fatto a modo suo: vincendo, urlando, gesticolando e poi mandando chiari messaggi. Per quanto nessuna vittoria sia scontata, ieri a Palermo l’attenzione generale non era sulla partita ma sull’allenatore. Una telecamera Sky fissa su di lui, i cori dei tifosi, gli sguardi dei giocatori. C’erano striscioni, cartelli improvvisati in italiano, siciliano e perfino in inglese. C’era il desiderio di un popolo di trasmettere amore al suo condottiero di dimostrare al popolo che nulla era cambiato. Il gol dell’allievo Liechtensteiner lo riporta alla prima giornata di questa stagione quando il terzino svizzero apre le marcature contro il Parma.

L’uomo venuto dalla Colombia. Una squadra, e la sua foto in carne ed ossa. L’Inter che non sbaglia praticamente mai le partite che contano, ci mette del suo Fredy Guarin che riesce sempre a spaccarle, sfregiarle e a deciderle. Come era stato a Torino contro la Juventus così è stato contro il Napoli. Solo coincidenze? Mah!

Milito 1-Cavani 1. La sfida tra i due bomber finisce in parità. Forse si deve dire che ha vinto Milito perchè la sua compagine ha vinto, ma con il suo undicesimo gol in campionato il “matador” è riuscito almeno a non perdere la sfida con l’attaccante argentino. 1 a 1, palla a centro!

La seconda vita del Pupone. La seconda vita di Totti è cominciata il 18 dicembre del 2005 in un pomeriggio genovese all’età di 29 anni. Era da poco entrato in quello che sembrava il lungo crepuscolo suo e del club, pieno di problemi finanziari. Non a caso per la panchina si scelse Spalletti che lo fece giocare in attacco da solo il più delle volte. Poi arrivò quella partita, un gol in spaccata, una pagella da migliore in campo, una emergenza infortuni e tutto cambiò. Sette anni dopo il pupone si è riscoperto attaccante implacabile. In due stagioni Totti ha realizzato già 105 reti che lo collocano solo dietro a Piola con 274 e Nordahl con 225. Ecco perchè abbiamo assistito alla sua perfomance contro la Fiorentina. All’interno del capitano c’è la voglia di stupire ancora. Chi si ferma è perduto.

Uomini fondamentali. Ogni squadra ha il suo protagonista. Ci sono invece poi i giovani che vogliono diventare loro quei protagonisti. Questo è l’esempio di Paloschi, Bergessio e Weiss. L’attaccante del Chievo dalla partita contro il Genoa è diventato il protagonista e il trascinatore dei veneti che si devono salvare e Paloschi lo sa bene. Lo stesso è per Weiss. Bravissimo ieri a tener testa al centrocampo ligure e a servire i due assist fondamentali per i gol di Abbruscato e Vukusic. Infine in condizioni meno drammatiche, ma con un bell’ottavo posto quasi consolidato, Bergessio è riuscito a far vincere la sua squadra dopo 10 mesi fuori casa.

Marco Stiletti

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