I protagonisti del weekend sportivo:
Vettel, Djokovic, De Rossi

Chi ha detto che le domeniche quando manca la serie A c’è la legge che sia un giorno uggioso e senza emozioni. Vettel, nuovo padrone in F1, Pedrosa e la sua volata, il ritorno alla vittoria di Djokovic a Shanghai e la serie B con il Sassuolo che sa di record della Juve di qualche anno fa in serie B, hanno fatto si che gli appassionati sportivi non si annoiassero. In mezzo a tutti questi eventi i romanisti De Rossi e Osvaldo che hanno spento le polemiche suscitate da Prandelli su Zeman dentro (con i gol all’Armenia) e fuori (dichiarazioni di Osvaldo sabato dopo l’allenamento) dal campo.

Il capolavoro di Sebastian. Vince la terza gara di fila Sebastian Vettel e torna in testa al Mondiale dopo un digiuno di cinque mesi ma soprattutto sfata il mito che per vincere debba partire dalla pole. Le fondamenta per il quarto successo stagionale le costruisce nelle prime tre insidiose curve, dove ha il coraggio di tenere giù il piede contro un Webber che non ci sta proprio a fare da scudiero. Da lì in poi è solo questione di saper gestire le gomme fino in fondo. E quando la noia sta per prendere il sopravvento, un errore lo riporta alla realtà. Lui è la Red Bull sono tornati quelli di un anno fa: nelle ultime quattro gare saranno dolori per tutti. Soprattutto per Alonso che corre come deve correre seppur non ha l’auto migliore: cerca di conservare le gomme per provare a insidiare Webber ma senza funzionare.

Lo stato di grazie di Dani. Ha uno stato di forma stratosferico. Anche se il suo avversario Lorenzo corre in difesa, pensando più al Mondiale che ai singoli Gp, resta un dato di fatto che in un campionato così equilibrato Dani aveva la serie possibilità di vincere le ultime 5 gare di fila se non ci fosse stata l’incredibile domenica di Misano, con la caduta dopo la partenza rocambolesca. La Honda va bene, ma lui la sta interpretando in maniera soave. E così ha cancellato dalla mente dei responsabili giapponesi- presenti in gran quantità sulla pista di loro proprietà- l’amarezza del ritiro Stoner. Difficilmente vincerà il Mondiale, ma ne sarebbe in ogni caso degnissimo.

La rimonta di Nole. “Djokovic è tornato” ha esclamato qualcuno, dopo il successo di ieri a Shangai su Murray. Non poteva certo ripetere l’incredibile annata 2011 e lui per primo lo sapeva perfettamente, ma non è mai sparito. Si è programmato in maniera più oculata, dosando le forze e distribuendo le energie per arrivare in condizione anche nel finale di stagione. E’ inciampato in alcune evitabili sconfitte, è stato spodestato dal trono del ranking mondiale, ma non ha mai perso il contatto dai migliori come dimostrano i tornei conquistati anche quest’anno. Ha lavorato in silenzio, ha lasciato spesso i riflettori della ribalta ad altri, ma ha sempre puntato al miglioramento tecnico in attesa di ritrovare la ferocia agonistica. Ha tenuto duro dopo la mancata medaglia olimpica, ha digerito la cocente sconfitta americana e si è presentato convinto e determinato in Asia. Master 1000 della carriera per Nole, terzo nel 2012.

La serie B è del centro Italia. Tranne il Verona terzo in classifica, la serie B ha al comando due squadre del centro. Il Sassuolo per l’Emilia Romagna e il Livorno per la Toscana. La fuga dei modenesi ricorda quella della Juventus nel 2006-07 un solo pareggio e ben 8 vittorie. Dietro c’è il Livorno a sei punti di distanza. Entrambe le compagini hanno un potenziale da A. Da una parte c’è il bomber Boakye e dall’altra Paulinho e Dionisi che ieri nella vittoria di Reggio hanno dimostrato di essere in sintonia.

De Rossi e Osvaldo: furia giallorossa in nazionale. Gli epurati di Roma contro l’Armenia salvano Prandelli e fanno vincere la Nazionale. Mai come stavolta la vittoria della Nazionale ha lasciato dietro un ginepraio di polemiche. Ha cominciato prima Prandelli nel difendere i romanisti, ma senza trovare la pronta replica di Zeman. Oltre che in campo a spegnere le polemiche è Osvaldo che ha affermato sabato dopo la partita queste parole: “Più importante per Prandelli o Zeman? Non lo so, io mi sento un giocatore che si deve guadagnare spazi nella Roma come in Nazionale. So che a voi piace fare polemica però io sono andato in panchina come chiunque altro. Zeman- ribadisce l’attaccante della Roma- dà la formazione all’ultimo minuto e dunque l’abbiamo saputo tardi che non avrei giocato. Solo mi è dispiaciuto sentire le parole che ha detto il mister, perché tutto mi si può dire ma non che non mi impegno”.

Marco Stiletti

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