Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

Ripartenza Juve, caduta Inter. La sconfitta con l’Inter è scivolata via come un normale pit-stop di F1. Cambi le gomme e torni in pista ancora più veloce. E’ quello che è successo alla Juve. La facilità con la quale i bianconeri hanno voltato subito pagina e ricominciato a vincere non è frutto del caso. E’ figlia di un solo perchè: la Juve ha trasformato un brutto risultato in una nuova sfida e probabilmente Chiellini e compagni per rendere al meglio hanno bisogno di avere sempre nuovi nemici.

Strama e l’Inter, almeno fino a prima dell’Atalanta, si sono calati in maniera perfetta in questo ruolo. La sensazione è che, sparita l’imbattibilità, la squadra di Conte si sia scoperta più ricca. Per alternative tattiche e motivazioni. Più ricca quindi forte. Non è fuga e non è una resa, ma la prima sconfitta in trasferta di Stramaccioni, che interrompe la doppia serie di 10 vittorie consecutive esterne e in assoluto tra campionato e coppe, fa ancora più male, proprio perchè adesso la capolista torna lontana, quando invece sembrava, ed era, più vicina. Mai aveva incassato più di un gol lontano da San Siro e il fatto che ciò accada nella sera in cui mancano Samuel e Ranocchia non è una semplice coincidenza, ma un campanello di allarme visto che non torneranno presto.

Napoli d’acciaio. Alle spalle della Juventus, e dell’Inter sempre seconda malgrado il kappaò, vincono le altre tre in zona europea, a cominciare dal rabbioso Napoli che rimonta due volte lo svantaggio sul campo del Genoa. Dallo 0-1 all’1-1 e soprattutto dal 1-2 al 4-2 finale, il ritorno al successo in trasferta dopo le sconfitte contro Juventus e Atalanta offre due risposte importanti: in generale che il Napoli ha ancora il diritto di credere allo scudetto, in particolare che Cavani è l’uomo in più, ma non l’unico, di una squadra vera, come dice Mazzarri, capace di segnare quattro gol con quattro marcatori, dal primo di Mesto all’ultimo di Insigne, senza scordare quello del sorpasso Hamsik.

L’aquila mangia la lupa. Ennesimo trionfo della Lazio nel derby. Petkovic vince il suo primo derby e la Lazio scava un solco tra le cinque di testa e tutte le altre. La Lazio fa suo il 137 derby capitolino. Eppure la Roma aveva cominciato bene. Bravi i giallorossi a schiacciare il nemico nei primi venti minuti, ma alla fine ha vinto l’estro di Candreva bravo a pareggiare su una sassata diretta a Gocoichea. La forza atletica di Hernanes non ha confini: il Profeta imposta, corre, rallenta, accelera, dirige, assiste e tira. Ben sei le conclusioni verso la porta romanista, 4 nello specchio e due fuori. La parola fine come nello scorso anno è stata posta da Miroslav Klose sempre più uomo derby.

Magnifica Fiorentina. Mentre il Napoli vince soffrendo, la Fiorentina a San Siro stravince passeggiando su ciò che rimane del Milan e anche in questo caso senza dipendere soltanto da un giocatore, il suo capocannoniere Jovetic, la cui assenza passa quasi inosservata perchè i gol del successo sono i primi stagionali di Aquilani, Borja Valero e del panchinaro El Hamdaoui. E’ la quarta vittoria consecutiva che conferma lo straordinario lavoro di Montella, capace di assemblare una squadra inizialmente con 9 giocatori nuovi contro i 2 (Constant e Montolivo) del Milan, eppure già in grado di giocare il miglior calcio del campionato e di puntare sempre più alto, non a caso l’unica a non aver concesso nemmeno un tiro in porta alla Juventus, nello 0-0 dell’unico pareggio della capolista.

Macerie Milan. Soltanto chi si lascia ingannare dall’apparenza dei risultati poteva pensare che i rossoneri fossero guariti dopo i due successi in casa contro Genoa e Chievo, attorno al pareggio in rimonta a Palermo, tutti avversari in lotta per la salvezza. Appena si rialza l’asticella, il Milan precipita perdendo in campionato, quarta in casa, la prima con più di un gol di scarto. E stavolta senza alibi, perchè la squadra di Allegri centra lo specchio della porta avversaria soltanto in occasione dell’inutile 1-2 di Pazzini, entrato troppo tardi al posto del fantasma di Pato, che sbaglia nel modo peggiore il rigore del possibile 1-1. Morale: 10 punti meno dell’anno scorso, con la triste prospettiva di evitare il terzo posto in basso, invece di puntare al terzo posto vero.

Derby tra deluse. Da una parte cinque sconfitte consecutive, dall’altra sette. Chi sta meglio o chi sta peggio lo deciderà tra pochi giorni il derby della lanterna che lo giocano sempre Genoa e Sampdoria. Eppure avevano cominciato bene sia Samp che Genoa con Immobile goleador rossoblù e Maxi Lopez guida verso la vittoria con i suoi gol. Poi una sconfitta dopo l’altra Genoa e Samp sono scivolate nel basso senza sapere come ma scaraventate dal paradiso a un preoccupante inferno. Il derby può essere l’occasione di rilancio per una delle due.

Marco Stiletti

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