Rubrica del calcio del lunedì
La serie A vista da Marco Stiletti

Clamoroso scivolone. Imbattuta un anno fa, in questa stagione è già alla terza sconfitta e la prima nel 2013. La Juve perde anche la seconda in casa con lo Juventus Stadium che appare violabile. E non è tutto qui. Le due sconfitte maturate in casa sono avvenute dopo che i bianconeri sono passati in vantaggio. In 90 minuti la Juve smarrisce tutte le certezze che la circondavano: la presenza di Conte più impotente di quando era in tribuna, la fine delle vacanze prima delle sue rivali, il calendario favorevole, la capacità di segnare con maggiore facilità nella ripresa e infine, o meglio soprattutto, il vantaggio di giocare con un uomo in più per un’ora, tra l’altro già sull’1-0.

Una giornataccia, culminata con l’infortunio a Marchisio, che ricorda la sconfitta casalinga della Juve di Del Neri contro il Parma, due Epifanie fa, quando il ko di Quagliarella frenò la rincorsa a un posto-Champions. Proprio per tutti questi motivi, le oneste autocritiche di Buffon e Conte, bravi a riconoscere le proprie responsabilità, senza scaricarle sugli arbitri, sono ossigeno per il nostro campionato al contrario del sempre più nervoso Stramaccioni, che ha gli stessi punti del tanto discusso Ranieri, a fine andata però a meno 6 dalla Juve, malgrado la partenza lenta con Gasperini.

Prove da anti-Juve. Svegliatosi a 5 punti dalla vetta, dopo il 2-1 in rimonta contro il Cagliari, Pektovic non si allontana dalla capolista grazie a un ancor più clamoroso 2-1 in rimonta a Torino e così la sua Lazio rivelazione consolida un meritatissimo secondo posto. Strachiuso o quasi per tutti, il campionato riapre le porte della speranza a chi saprà spalancarle del tutto, a patto che la Juve continui a suicidarsi come ieri e come all’inizio del nuovo secolo, proprio a favore della Lazio di Eriksson, che guarda caso viaggiava alla stessa media di Pektovic. Conte, titolare in quella Juve di Ancelotti, campione d’inverno non ha dimenticato il sorpasso tricolore di Mancini e compagni, capaci di annullare non 5 ma addirittura 9 punti a 8 partite dalla fine. Il brutto pasticciaccio di Perugia per i juventini brucia ancora, mentre per i laziali fu una gioia immensa.

Siamo ancora lì. Nessuno sà come finirà stavolta, perchè anche lo splendido Napoli che strapazza la Roma con la tripletta del nuovo capocannoniere Cavani, va seriamente preso in considerazione nella rincorsa scudetto. L’attrezzatura per restare al vertice non manca. Resta un ultimo passo: dimostrare di avere la maturità per riprodurre in serie partite come questa, trovare cioè quella continuità che ha fatto grande la Juve.

Chi scende e chi sale. Dietro alle prime tre vince solo il Milan. La domenica dell’Epifania sembra quella di Pasqua, piena di sorprese in testa e in coda. Oltre alla sconfitta della Juve, c’è la vittoria del Pescara a Firenze, la sconfitta dell’Inter a Udine, l’ultima giornata di andata ribalta pronostici e luoghi comuni. Dal 3-0 a Pescara allo 0-3 a Udine, con cui apre e chiude il girone di andata, l’Inter continua la sua retromarcia con la quarta sconfitta consecutiva in trasferta, terza senza gol, dopo averne vinte sei su sei. E non ha senso, quindi, parlare di antipatia degli arbitri. L’Inter del post-vittoria Juventus Stadium non è più una squadra temibile. Cassano, che aveva firmato 5 gol, non segna più. Milito, che ne aveva collezionati 7, ha aggiunto il peso piuma di una sola rete. L’Inter di Strama è lenta, fragile, senza ricambi all’altezza e senza un vero centrocampo di lotta e di governo, cuore e anima di tutte le grandi squadre. Si venda al più presto Snejider e si faccia pulizia e dopo la stagione potrà essere risanata. Per Fiorentina e Roma, invece, domenica è stato un black out. Da una parte c’è stato un assedio ben respinto da Perin per tutti i novanta minuti. Dall’altra un crollo ogni due o tre vittorie che Zeman non sa controllare. Al momento non sono anti-Juve perchè continuità non c’è. Il Milan, invece, con fatica riesce a battere il Siena e a lanciarsi nella mischia. Quanti problemi ancora da risolvere per Allegri però? Il futuro del Milan è appeso al mercato. Vedremo fino al 31 gennaio ce ne vuole ancora un po’.

Le ambizioni di Parma e Udinese. Collocate rispettivamente all’ottavo e al nono posto e a -1 e -3 dal Milan, Parma e Udinese con la loro personale continuità potrebbero insediare la zona Europa tornando di nuovo sul continente dove l’Udinese è uscita appena un mese fa e il Parma non torna dai tempi di Cannavaro e Buffon. I gialloblu poi hanno anche il personalissimo record di non aver mai perso in casa. Pronte entrambe ad approfittare dei passi falsi di chi sta sopra di loro, Milan, Roma e le scricchiolanti Inter e Fiorentina sono avvertite. Belfodil, Muriel, l’inossidabile Di Natale e il ritrovato Amauri daranno battaglia. Ambizioni europee o salvezza tranquilla? Il tempo ce lo dirà!

Laggiù qualcosa si muove. Tranne che per Cagliari, Palermo e Siena ultimi e pericolanti, la diciannovesima giornata registra movimenti dal basso verso l’alto. Il Chievo con la vittoria sull’Atalanta arriva a quota 24 dopo un gran recupero taggato dall’allenatore Eugenio Corini. Il Torino che guadagna un punti prezioso a Catania. Il Pescara raggiunge quota 20 e si porta a + 4 sulla zona retrocessione, la stessa Samp, un’altra squadra da impresa di giornata, è arrivata a quota 20. La vittoria del Genoa diventa importantissima perchè i giallorossi si tolgono dagli ultimi tre posti dove erano finiti da fine ottobre. La prossima settimana il Genoa è atteso da un altro scontro diretto a Cagliari nel quale in caso di ulteriore vittoria si potrebbe portare da zona retrocessione a + 4.

Marco Stiletti

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