Urban Diary di Ignazio Gori – Diciassettesima puntata
Zia Medea e il Policlinico

policlinicoIeri sono andato a fare visita a zia Medea. Una Grecia antica e decaduta sembra non volerla più, relegandola in un anti-inferno di atroci degenze. La sala d’aspetto del Policlinico è piena di persone, ma non sono in fila per visitare i loro cari ricoverati, bensì per un altro motivo che intuisco un poco in ritardo: il caffè del distributore costa solo 0,50 centesimi. Un esercito di poetici disperati.

Facendo compagnia a zia Medea, le ho raccontato l’incubo della scorsa notte. Ho sognato di essere in un bar a Centocelle. Stavo bevendo un cocktail da una cannuccia. Succhio tutto il liquido verdastro per scoprire sul fondo del calice una piccola balenottera che pietosamente si dibatte, come una patetica larva senza più liquido amniotico. Guardandola agonizzare ho provato una grande pena per me stesso.

Zia Medea non ha risposto nulla, o forse avrà detto qualcosa, ma il mio sguardo era già preso da una bellissima giovane suora in bianco, con teneri baffettini sulle labbra rosa. Allora mi alzo dal bordo del letto per avvicinarmi a lei, scambiare due parole, dirle magari che non avevo mai visto una suora tanto bella.

Ma mentre mi avvicino mi cade dalla tasca posteriore dei jeans una rivista. Si tratta di una rivista di fumetti erotici di Pedro Palanca, un autore cileno che venero come un dio pagano. In copertina spiccano due omoni scimmieschi avvinghiati. La bella suorina nota la rivista e storcendo le labbra carnose scappa indignata. Non provo nemmeno a rincorrerla. Lascio l’ospedale senza nemmeno salutare zia Medea. Sulla via del ritorno mi abbandono alle tristezze della folla sul “Casilina-Express”.

Ignazio Gori

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